Quale futuro per l’editoria?


Viviamo in un’epoca decisamente vivace sotto l’aspetto dell’evoluzione tecnologica e di certo questa colpisce diversi settori, settori che non ci aspettavamo potessero mai essere sotto attacco. Uno di questi è sicuramente quello dell’editoria che, come testimonia anche la vittoria del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sta vivendo un periodo di confusione causato dall’aumento dei siti web che producono informazione. Di giornali online ne troviamo di diversi e tutti di argomenti più o meno articolati che bene suppliscono quelli cartacei: giornali di lifestyle, giornali di sport, giornali di benessere, giornali di moda e giornali di gossip tutti declinati in un’ottica prettamente digitale che segue nuove regole. Le motivazioni? La possibilità di leggerli ovunque e senza dover pagare alcun abbonamento è sicuramente uno dei fattori determinanti, sebbene spesso si incappi in giornali privi di contenuti di spessore e di riflessioni che abbiano un senso compiuto, insomma, ci capita di trovare della vera e propria fuffa. Questo cambiamento dei paradigmi ci porta tristemente ad un’altra faccia della medaglia: la fake news. Essendo i social il canale principale di trasmissione delle notizie, queste spesso non sono verificante, né nelle loro fonti, né nei loro contenuti.

Secondo i dati dell’Accertamenti diffusione stampa possiamo vedere come nelle diffusioni carta e digitale IlSole24Ore registra un -46,2%, Libero -44%, La Repubblica -22,7%, Il Giornale -16,8%, Il Corriere della Sera -16,1%, La Stampa -14,3%, La Gazzetta dello Sport -9%, Il Messaggero -7,6% e Avvenire -6,9%. Unica altra testata a crescere, seppur di uno 0,1%, è Il Manifesto con 11,7mila copie complessive. Insomma, questi numeri non sono minimamente entusiasmanti ed indicano chiaramente come non la carta stampata stia perdendo il suo blasone in favore del digitale che anche in questo campo si sta velocemente espandendo anche grazie al supporto dei magnati di Google.

Una caratteristica che non si deve sottovalutare inoltre è la tendenza verso al consumo green che potrebbe avere una sua influenza su questo strano fenomeno che vede il cartaceo perdere terreno. Oltre ad avere alti costi di gestione, i giornali cartacei hanno anche una grande impronta ecologica. Tra carta, stampa e distribuzione delle copie, l’impatto che la stampa tradizionale ha sulle risorse naturali è estremamente elevato. Il formato digitale è ad impatto ambientale zero (o quasi): non ci sono alberi da tagliare per produrre carta, inchiostri chimici da creare né distribuzione. Inoltre non occupa spazio in casa e non lo si lascia in giro.

Particolare, sotto questo aspetto è il caso di Social Up, un giornale online, nato a Catania che seppur formato da giovani alle prime armi è riuscito a conquistare terreno e dimostrarsi un valido supporto all’informazione coniugando tematiche giovanili, curiosità ed argomenti di spessore con la frivolezza che distingue i giovani. Questi ragazzi consapevoli delle difficoltà di inserirsi nel mondo del giornalismo passando dalla carta stampata, sono così riusciti a costituire una testata online che lentamente sta aumentando i propri lettori. Un esperimento lodevole che mostra come si possa investire nell’editoria partendo dal web.

About Alberto Treleani

Laureato in Storia Medievale, ho frequentato un master in Economia, Management, Valorizzazione e Promozione del Turismo. Seguo con interesse il mondo dei social network. Amo molto la fotografia e il buon cibo, ma non amo fare foto al cibo.

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