Ieri 1 maggio 2016 si è svolta l’Invasione Digitale al Villaggio Leumann, un villaggio operaio costruito fra fine Ottocento e inizio Novecento nel comune di Collegno. Il complesso nasce da una intuizione di Napoleone Leumann quando nel 1875 inaugura il Cotonificio Leumann e decide di fornire abitazioni e servizi essenziali per i suoi operai. Nel corso degli anni vengono edificate varie casette quadrifamiliari per un totale di 120 alloggi (tutte con bagno interno). In seguito farà costruire anche la scuola elementare, l’asilo nido per i figli degli operai, il teatro, i bagni pubblici, un ambulatorio medico, una palestra, un convitto per giovani operaie fra i 13 e i 20 anni e, per ultima, una chiesa. Nel 1972, in seguito alla crisi del tessile, la tessitura viene chiusa, mentre restano attive fino al 2007 le attività di tintoria e finissaggio dei tessuti di cotone. Il villaggio viene salvato dall’abbattimento negli anni ’70 grazie all’intervento del comune di Collegno, che acquista l’intera struttura, per poi dare inizio ad un lavoro di restauro e salvaguardia. Dal 1992 è operativa l’Associazione Amici della Scuola Leumann, con il compito di far rivivere la storia della borgata e tramandarne la storia alle nuove generazioni.
L’invasione è iniziata ascoltando la storia del complesso raccontata da chi ha vissuto per una vita nel complesso, prima come dipendente della Leumann, poi come pensionato. Noi invasori abbiamo seguito le vicende di una famiglia dedita alla tessitura fin dalle origini svizzere, il peregrinare lavorativo di Isacco Leumann, la nascita di Carlo Giovanni Napoleone Leumann a Voghera, il matrimonio di Napoleone con Amalia Cerrutti, figlia del presidente della Cassa di Risparmio di Voghera, il trasferimento della fabbrica nella cintura torinese in una zona al tempo in pieno sviluppo, quello che oggi è corso Francia. Lo stabilimento fu costruito sulla principale strada dei collegamenti con la Francia per chi partiva da Torino, vicino alla linea ferroviaria diretta al Traforo del Frejus, aperto al traffico ferroviario nel 1871 e servita dalla linea Rivoli -Torino. Inoltre in zona vi erano alcune bialere, canali di irrigazione tipici di ogni campagna che potevano fornire acqua ed energia alla fabbrica. La zona scelta, la qualità della vita degli operai e, non ultima, la qualità dei tessuti, fanno arrivare il numero degli operai a circa 1500 unità nel 1911. Mentre eravamo immersi nella storia del complesso, è passato a trovarci Napoleone Leumann in persona, accompagnato dalla moglie Amalia Cerrutti.
L’invasione è poi proseguita nella chiesa di santa Elisabetta, edificata in modo che entrambe le fedi religiose presenti nel complesso potessero trovarvisi a proprio agio. Napoleone Leumann, infatti, era di fede protestante, al contrario dei suoi dipendenti, che erano in larga parte cattolici. Napoleone Leumann non si fece mai problemi per questa differenza religiosa infatti, quando creò il Convitto per le Giovani Operaie, chiamò alcune suore cattoliche per l’educazione delle giovani.
La tappa successiva è stata la casa museo, arredata con oggetti provenienti dalle case del borgo stesso, donati in comodato d’uso dagli abitanti. In due piccole stanze sono raccontati i vari aspetti della vita casalinga nel borgo operaio:
la cucina
Una foto pubblicata da @a_trele in data:
il lavoro al tombolo
la confezione dei vestiti
il riposo
il letto è molto particolare, poiché la struttura non è costituita, come sembra, da legno, bensì da lamiera dipinta.
L’invasione è termina dopo un giro fra le case del borgo, che ha permesso di ammirare la stazione della vecchia ferrovia Rivoli Torino, dismessa nel 1955, l’ingresso monumentale alla fabbrica e il convitto, ora biblioteca comunale.
Invasione compiuta!