Il 7 giugno 2016 è stato pubblicato il rapporto, sponsorizzato dal COTEC Fondazione per l’Innovazione Tecnologica e CheBanca!, curato dal Censis, sulla cultura dell’innovazione, intitolato “Italia, Chefuturo!“. Lo scopo del rapporto è quello di indagare su cosa sia l’innovazione per gli italiani, chi siano gli innovatori, che caratteristiche abbiano, quali siano i vantaggi dell’innovazione e quali siano le prossime tappe fondamentali nell’Agenda Digitale.
Cosa significa innovazione?
L’innovazione, secondo le persone intervistate è qualcosa che cambia decisamente le abitudini della gente, come i Social Media, gli smartphone, la fotografia (49,1%). Molto distanziate troviamo le altre possibili risposte: il 22,4% degli intervistati ritiene che innovazione sia l’introduzione di una nuova tecnologia nei processi produttivi; il 14,9% ritiene che lo sia una nuova scoperta in campo scientifico; il 10,9% pensa che innovazione sia l’ideazione di un prodotto tecnologico e solo l’1,9% ritiene che l’inserimento di una nuova normativa che cambia la disciplina nel suo ambito di azione.
I protagonisti dell’innovazione
Le opinioni convergono decisamente sulle piccole e medie imprese capaci di sperimentare e di adattare la propria attività al contesto in evoluzione (38,6%). Debole è il ruolo di stimolo che viene riconosciuto ai soggetti di governo (12,8%) e agli investitori (14,5%). È significativo che una quota non secondaria di intervistati ritenga che in Italia l’innovazione si alimenti in modo casuale, senza il ricorso a precise intenzionalità o capacità progettuali (11,6%). Le cose cambiano raccogliendo le opinioni su quello che avviene nel mondo: importanti vengono ritenute le università e i centri di eccellenza (49,4%), un ruolo rilevante è assegnato anche alle grandi aziende (49,5%), ai venture capitalist che scommettono sulle nuove imprese (32,5%), e infine ai governi che creano condizioni favorevoli all’innovazione (36,2%).
Le caratteristiche degli innovatori
Secondo gli italiani gli innovatori sono dotati di creatività (48,4%), intuito (31,0%) e grande curiosità (30,1%). Per innovare però sono necessarie anche altre caratteristiche: capacità di rischiare (19,9%), ottimismo e fiducia nel futuro (19,6%), intelligenza superiore alla media (18,6%), una buona capacità organizzativa, sia personale sia legata all’eventuale team di lavoro (17,0%), esperienza, legata a mio avviso alla capacità di rischiare, e quindi di fallire, citata poco più su (12,6%) e caparbietà (10,1%). Nonostante noi tutti viviamo in un mondo in cui la tecnologia e l’informatica (o quantomeno le sue applicazioni) sono con noi quotidianamente, grazie a smartphone, tablet, pc e altri dispositivi digitali, solo il 9,9% ritiene che avere approfondite conoscenze informatiche sia una caratteristica fondamentale di chi si occupa di innovazione.
Quali sono i paesi all’avanguardia?
Il paese che viene considerato come più all’avanguardia nell’innovazione da parte degli intervistati sono gli Stati Uniti d’America, citati dall’80,0% delle persone. I paesi che sono visti dalla maggioranza delle persone come innovatori sono il Giappone (41,7% delle citazioni), la Germania (33,6% delle citazioni), la Cina (31,7%), l’Italia (24,4%) e il Regno Unito (15,9%). Il 38,3% delle risposte riguarda altri paesi che ottengono percentuali minori inferiori al 4,3% della Norvegia. In questo caso facendo la somma delle percentuali citate si ottiene un risultato superiore al 100% poiché era possibile dare fino a 3 risposte. È interessante notare come la Cina, dopo anni in cui è stata percepita come un paese in cui si facevano copie a basso costo di prodotti innovativi creati in altri paesi, ora viene percepita come uno dei paesi più innovativi a livello mondiale.
Agenda Digitale: quali i passi fondamentali?
Gli italiani, dopo anni in cui si è cercato di innovare l’Italia e la Pubblica Amministrazione, hanno le idee chiare su cosa è considerato fondamentale: l’Identità Digitale (49,1%). In un mondo in cui dobbiamo creare e ricordarci un numero innumerevole di password, per i rapporti con la Pubblica Amministrazione gli italiani chiedono che l’Identità Digitale sia resa operativa e funzionante per tutti, in modo da accedere a tutti i servizi con un’unico nome utente e un’unica password. Subito dopo gli italiani chiedono che la Pubblica Amministrazione sia un vero motore di innovazione e che sia al passo coi tempi, consentendo di inviare documenti via Internet (41,0%) e che la sanità pubblica sia finalmente digitale, con prescrizioni telematiche, fascicoli sanitari in formato elettronico…
In merito alle prescrizioni mediche digitali, la mia personale esperienza di piemontese non è delle migliori: da quando esiste la ricetta telematica il mio medico della mutua ha esteso i tempi di consegna delle ricette da circa mezza giornata quando c’era quella cartacea a tre giorni ora che usiamo quella telematica. La ricetta telematica dovrebbe essere pressoché istantanea, non più lenta di quella cartacea…
Questo esempio tratto dalla mia esperienza personale dimostra come il 40,0% degli italiani abbia ragione dicendo che servono programmi di istruzione tecnologica, in modo che le persone possano usufruire appieno e senza rischi dell’innovazione. Come scrivevo già a marzo, il livello di digitalizzazione italiano è molto basso, con il 57% delle persone che hanno pochissime skill digitali o non hanno accesso ad internet. Innovare e digitalizzare l’Italia quindi non è solo essere un esempio di eccellenza nella ricerca o essere sede di un gran numero di startup tecnologiche, bensì fare in modo che tutti possano approfittare dell’innovazione. Per fare ciò serve fornire skill digitali a chi non le ha, ma anche, come rileva il 47,3% degli intervistati, investire sulla banda ultralarga e sul wifi pubblico, recuperando il gap infrastrutturale che colpisce il nostro Paese.
Per maggiori informazioni è possibile scaricare il rapporto cliccando qui.