Nel suo articolo del 13/12/2015 su La Stampa, Chiara Severgnini analizza il mondo dei profili falsi su Facebook. L’articolo si chiude con una domanda molto interessante “«Perché dovrei perdere tempo dietro alle impostazioni della privacy – si chiede Ivan – quando in dieci minuti posso creare un profilo con un nome falso?». Tutto il discorso sui profili falsi è legato a questa domanda, e alla mancanza di volontà di imparare a gestire le impostazioni di privacy di un profilo Facebook. È così complicato imparare a gestire la privacy di un profilo? La risposta è: NO.
Cos’è un profilo falso?
Sotto la definizione di profilo falso si nasconde un universo di profili creati per i più disparati motivi, ma con una cosa in comune: l’utente non usa i suoi dati reali al momento dell’iscrizione. I dati chiesti da Facebook al momento dell’iscrizione sono pochi e semplici, come si può notare da questa immagine:
Inserendo un Nome ed un Cognome falso, creiamo un profilo fake, con il quale possiamo relazionarci senza problemi con gli utenti presenti sul social network. Però dobbiamo tenere conto del fatto che gli altri utenti potrebbero segnalare il nostro profilo a Facebook, che di conseguenza ci chiederà di inviare scansione di un documento per confermare che il nostro nome utente sia effettivamente quanto scritto da noi, o per farlo chiudere. Le norme di Facebook, presenti su https://www.facebook.com/legal/terms , sono molto chiare a tal proposito:
“Gli utenti di Facebook forniscono il proprio nome e le proprie informazioni reali e invitiamo tutti a fare lo stesso. Per quanto riguarda la registrazione e al fine di garantire la sicurezza del proprio account, l’utente si impegna a:
- non fornire informazioni personali false su Facebook o creare un account per conto di un’altra persona senza autorizzazione;
- non creare più di un account personale;
- non creare un altro account senza la nostra autorizzazione, se l’account originale viene disabilitato;
- non usare il proprio diario personale principalmente per ottenere profitti commerciali, ma usare piuttosto una Pagina Facebook a tale scopo;
- non usare Facebook se non ha compiuto 13 anni;
- non usare Facebook se è stato condannato per crimini sessuali
- assicurarsi che le proprie informazioni di contatto siano sempre corrette e aggiornate;
- non condividere la propria password (o, nel caso degli sviluppatori, la chiave segreta) né consentire ad altre persone di accedere al proprio account o di eseguire qualsiasi altra azione che potrebbe mettere a rischio la sicurezza del suo account;
- non trasferire a terzi il proprio account (compresa qualsiasi Pagina o applicazione di cui è amministratore) senza previa autorizzazione scritta di Facebook.
- Se l’utente seleziona un nome utente o un identificatore analogo per il proprio account o la propria Pagina, ci riserviamo il diritto di rimuoverlo o reclamarlo, se appropriato (ad esempio, se il proprietario di un marchio si lamenta del fatto che un nome utente non è in relazione diretta con il nome reale dell’utente).“
Tutti i casi che non rientrano in questa classifica, sono considerabili come profili falsi e, di conseguenza passibili di segnalazione. Come ogni regola che si rispetti, ci sono le dovute eccezioni, legate principalmente ad attivisti costretti a nascondersi dietro a uno pseudonimo, alle persone transessuali che ancora non hanno cambiato nome all’anagrafe e alle vittime di stalking. In questi casi l’iscrizione con un nome e cognome diversi dal proprio sono comprensibili, tanto che Facebook ha cambiato la procedura di segnalazione.
Le impostazioni per la privacy
Ora che abbiamo capito cosa sia un profilo falso su Facebook, possiamo analizzare le impostazioni privacy più comuni. Poiché sempre più è importante avere una buona reputazione digitale, diventa fondamentale che le foto meno serie, scattate in occasione dell’ultima festa fra amici e nella quale abbiamo esagerato con l’alcool, non siano visibili, specialmente se stiamo cercando un lavoro. La prima regola da applicare è anche la più semplice: “vorresti che tua madre o il tuo capo vedessero quelle foto?”. Questa domanda serve come filtro preventivo sulla pubblicazione, ma in certi casi le foto vengono postate quando il nostro raziocinio è compromesso, magari da una birra di troppo. In questi casi serve aver preventivamente impostato il nostro profilo in modo da “limitare i danni”. Per fare ciò, diventa fondamentale sapere dove andare a modificare i parametri e chi meglio di Facebook stesso può dirci cosa fare? In questa pagina Facebook ci spiega come rendere il nostro profilo sicuro, proteggendo allo stesso tempo la nostra privacy, senza la necessità quindi di creare un profilo falso. Bastano infatti pochi secondi per creare delle liste di amici con le quali condividere contenuti che, se resi pubblici, macchierebbero indelebilmente la nostra reputazione. Se vogliamo condividere le nostre foto scattate nell’ultima “serata birra”, lo possiamo di conseguenza fare con la lista di amici coi quali si va in birreria, piuttosto che col mondo intero. Dobbiamo solo ricordare sempre che caricando una foto su Facebook (o su qualunque altro social network) la carichiamo su internet. Come sappiamo tutti, far sparire qualcosa da internet è quasi impossibile.
Un altro discorso riguarda i tag sulle foto e sui contenuti. Siamo sicuri di voler essere taggati su contenuti vari e disparati dai nostri amici senza neanche saperlo? Chi ci dice che non ci tagghino su contenuti che non apprezziamo e dai quali vorremo dissociarci? Andando sulle impostazioni del profilo Facebook, possiamo decidere chi può pubblicare qualcosa sul nostro diario, chi può taggarci e, soprattutto, possiamo fare in modo di dare la nostra approvazione ad ogni singolo contenuto nel quale siamo stati taggati prima che questo sia pubblicato sul nostro diario. In questo modo diventa possibile fare filtro sui contenuti che non vogliamo siano collegati con noi e anche rimuovere il tag. Anche per fare ciò servono pochi secondi. Basta semplicemente aver voglia.
E voi perché usate un profilo falso?
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